Questo studio si propone di portare un nuovo contributo a una parte della ricerca sulla storia del sindacalismo che spesso è rimasta in ombra, e porre attenzione a quella fase delicata di transizione tra la scomparsa ufficiale delle antiche rappresentanze e la comparsa delle nuove.
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Da questa ricerca emerge, nel percorso di formazione delle rappresentanze, un elemento "politicamente scorretto": il corporativismo, ovvero un atteggiamento sostanzialmente egoistico, e quindi estraneo a ogni ispirazione e logica di classe. Una preoccupazione questa, come scrive l'autore, che non si ritrova solo negli storici, ma in molti dei protagonisti del movimento sindacale, e non a caso nella battaglia tutta politica per la costituzione dei sindacati dell'industria. Se è vero che il sistema sindacale italiano è essenzialmente espressione di una forte tensione solidaristica che vede il punto cruciale nell'organizzazione territoriale camerale è altrettanto vero che la costruzione della solidarietà passa anche attraverso l'affermazione di identità collettive mosse dalla contiguità professionale; non dimenticando che la forza delle Camere del lavoro si è vista essenzialmente nel radicamento e nella solidità delle singole leghe. Uno studio quindi che propone una serie di spunti di riflessione, ma soprattutto evidenzia l'esigenza di ritornare alle origini, e non solo in modo rituale, ripercorrendo con nuovo interesse vecchie strade.