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FAQ - FREQUENTLY ASKED QUESTIONS

Nel caso dei contratti trasformativi che consentono l'utilizzo di voucher per la pubblicazione in Open Access, cosa si intende per corresponding author affiliato all'UNIVPM?
Per corresponding author affiliato si intende personale docente e di ricerca impiegato o altrimenti formalmente riconosciuto come accreditato presso UNIVPM. A titolo di esempio: docenti ordinari o associati, ricercatori (anche a tempo determinato se il contratto è attivo), dottorandi, specializzandi.

 

I voucher per la pubblicazione in Open Access inclusi nei contratti trasformativi attivi, possono essere usati anche la pubblicazione di libri/ebooks in Open Access?
Gli attuali contratti trasformativi, negoziati e stipulati da CRUI e ai quali UNIVPM ha aderito, non contemplano l’utilizzo dei voucher per la pubblicazione in OA di monografie.

 

Dove posso trovare case editrici che pubblicano monografie in Open Access?

Un’ottima guida alla pubblicazione di monografie Open si trova in OAbooks toolkit.
Nonostante il quadro dell’editoria degli e-book Open Access sia caratterizzato da forte eterogeneità e varietà di situazioni locali, si possono individuare alcune sedi editoriali preferenziali:

  • Le university press italiane e internazionali (es. UCL Press).
  • Le “academic led press”: realtà editoriali presenti soprattutto nel Nord Europa, fondate e gestite da per­sonale accademico (es. Open Book Publisher, Open Humanities press).
  • Gli editori commerciali che propongono anche una linea di pubblicazioni ad accesso aperto.

Occorre tener presente che potrebbero essere richieste spese di pubblicazione (a volte ingenti) e che in Ho­rizon Europe sono rimborsabili solo le spese per la pubblicazione online dei volumi, mai per la pubblicazione a stampa.

Esistono cataloghi di monografie Open Access, consultabili anche per trovare editori Open:

  • Directory of Open Access Books (DOAB) che indicizza e rende ricercabili oltre 44.000 monografie accade­miche e offre, tra gli altri servizi, una panoramica degli oltre 660 editori che pubblicano volumi ad accesso aperto.
  • OAPEN Library: repository per la libera consultazione del testo completo di volumi OA soprattutto di am­bito umanistico e sociale.

 Risposta tratta da “S-LÉGAMI! Open Access - Manuale d’uso per ricercatori”, a cura di Matteo Di Rosa, Claudia Iasillo et al., 2022, DOI: 10.5281/zenodo.6402624

 

Le monografie pubblicate in Open Access sono indicizzate in WOS?

Sì. Ogni libro o serie di libri (o altro tipo di documenti) viene selezionato singolarmente dal team editoriale di WOS e lo status Open Access non ha alcun impatto sul processo di selezione, quindi possono essere selezionati per l’indicizzazione sia libri OA che non OA.
L'editore del libro non è un criterio di selezione.
I libri possono essere pubblicati in inglese o in altre lingue, tuttavia, i dati bibliografici (titolo, abstract, ecc.) devono essere disponibili in inglese. Ulteriori informazioni sul processo di selezione dei volumi sono disponibili online https://clarivate.com/products/scientific-and-academic-research/research-discovery-and-workflow-solutions/web-of-science/core-collection/editorial-selection-process/web-of-science-book-evaluation-process-and-selection-criteria/

 

Come si coniugano Copyright e Open Access?

Open Access non è una violazione del diritto d'autore, infatti rendere il proprio lavoro open access è perfettamente legale.
Gli autori (o le loro istituzioni) possiedono il copyright originale delle loro ricerche, ma in fase di pubblicazione potrebbero ricevere la richiesta di cedere i propri diritti all’editore in modo che questo stabilisca i termini per fornire l’accesso aperto. È consigliabile che i ricercatori scelgano editori che permettano loro di mantenere i diritti d'autore, in modo che possa essere fornito un accesso immediato ai loro lavori. Se però l’editore non consente di mantenere i propri diritti, può essere utile considerare di negoziare l’accordo di pubblicazione con l’aggiunta di un addendum.

 

Quali diritti possiede l’autore?

Diritti morali non trasmissibili (paternità intellettuale, integrità, ritiro dell'opera dal commercio) e diritti di utilizzazione economica che possono essere ceduti in parte o in esclusiva, gratuitamente o dietro compenso (distribuzione, comunicazione, riproduzione, traduzione e tutti i diritti di riuso,). Nel caso di lavori pubblicati grazie al finanziamento dall'Ateneo, l'Università potrebbe essere titolare dei diritti di sfruttamento economico, mentre l’autore mantiene sempre i diritti morali.

 

L’autore a quali diritti rinuncia firmando un contratto con un editore?

Per la legge italiana il contratto di edizione può durare al massimo 20 anni.
In genere, in base ai contratti standard, l'autore non può:

  • riutilizzare, rivedere o adattare l'opera;
  • riprodurre copie dell'opera a scopo didattico;
  • rendere consultabile l'opera all'interno di un archivio online.

L’editore, in sede di contratto, può anche riservarsi il diritto di prelazione (esclusiva) – della durata di 10 anni – sulle opere successive dell’autore, impedendogli di pubblicare con un altro editore.

 

Quali strumenti ha l’autore per mantenere i diritti di utilizzo?

Le Licenze Creative Commons per tutelare il proprio lavoro in rete e le Addenda ai contratti editoriali, cioè aggiunte nelle quali l’autore si riserva alcuni diritti (per es. il riuso a fini didattici o l’autoarchiviazione nel repository istituzionale).

 

Cosa sono le Licenze Creative Commons?

Le licenze CC si basano sul concetto di “some rights reserved”, in base al quale, il titolare decide quali diritti riservare e quali concedere in uso. Il progetto Creative Commons ha creato sei tipi diversi di licenze, dalla più permissiva - la licenza "attribuzione"- a quella meno permissiva, la "non commerciale". Segui i link per scoprire le condizioni di ciascuna licenza:

  1. CC-BY (Attribuzione): https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/deed.it
  2. CC-BY-ND (Attribuzione – Non Opere Derivate): https://creativecommons.org/licenses/by-nd/4.0/deed.it
  3. CC-BY-SA (Attribuzione – Condividi allo Stesso Modo): https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.it
  4. CC-BY NC (Attribuzione – Non Commerciale): https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/deed.it
  5. CC BY-NC-SA (Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo): https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/deed.it
  6. CC BY-NC-ND (Attribuzione – Non Commerciale – Non Opere Derivate): https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it

Le licenze si possono applicare ai propri lavori selezionandole tramite il form online presente in http://creativecommons.org/choose/?lang=en

 

Se devo fare Open access non posso pubblicare, come d'abitudine, con gli editori tradizionali?
Si può fare Open Access e pubblicare con gli editori tradizionali, basta verificare se questi consentano di depositare una versione del proprio lavoro (anche solo pre-print o post-print) su repository istituzionali o disciplinari ad accesso aperto.  Quasi l’82% degli editori consente il deposito. Le policy editoriali sull’OA si possono consultare su Sherpa Romeo.

 

Che cosa s’intende per archivio ad accesso aperto istituzionale?

Si intende un archivio elettronico che conserva e rende accessibili al pubblico i prodotti dei ricercatori di un’istituzione. Non è una rivista ma un contenitore di articoli che possono essere pubblicati in altre sedi. L’Università Politecnica delle Marche dispone del repository IRIS.

 

Che cosa s’intende per archivio ad accesso aperto disciplinare?

Si intende un archivio elettronico che conserva i lavori dei ricercatori di una determinata disciplina o di un gruppo di discipline, a prescindere dall’istituzione cui afferiscono. ArXiv, RePEc, SSRN, PubMed Central sono alcuni degli archivi più conosciuti.

 

Come posso scegliere una rivista Open Access?

In generale, per la selezione di una rivista ad accesso aperto valgono gli stessi fattori che si applicano quando si sceglie una rivista tradizionale per pubblicare il proprio articolo.
Inoltre, esistono alcune risorse specifiche che possono essere consultate:

N.B.: per rispettare il mandato di Horizon 2020 Open Access le pubblicazioni devono essere depositate in un repository ad accesso aperto, anche quando si sceglie di pubblicare in una rivista ad accesso aperto.

 

Cosa si intende per editori predatori e come si possono evitare?

Si tratta di quegli editori che utilizzano l’Open Access per il loro profitto. In alcuni casi pubblicano i risultati delle ricerche condotte dagli scienziati dietro il pagamento di una tariffa, senza garantire una reale peer review.

Per evitarli è consigliabile controllare sempre se la rivista scelta è rispettabile attivando alcuni accorgimenti:

  • non fidarsi delle e-mail non richieste;
  • visionare le pubblicazioni recenti della rivista;
  • assicurarsi che la rivista abbia un ISSN convalidato;
  • verificare la presenza di società affiliate alla rivista;
  • controllare se la rivista è elencata nel DOAJ
  • controllare se l'editore è un membro dell'OASPA o del COPE?

 

Cosa sono le APC?

Le Article Processing Charge sono i costi di elaborazione dell’articolo ai fini della pubblicazione in Open Access. L’autore o l’ente di ricerca deve pagare l’editore per poter pubblicare sulle riviste Open Access che lo richiedano o su riviste tradizionali che offrono l’Open Choice. Solo il 27% delle riviste Open Access chiede APC che possono variare da 500 a 2900 $ per articolo.

 

Devo pagare io per pubblicare in OA?

Se depositi in un Repository o scegli una rivista OA che non addebita APC puoi pubblicare in Open Access senza costi.
Nell'ambito di Horizon 2020, le APC sono costi ammissibili e quindi rimborsabili a patto che siano stati inclusi nel budget della tua proposta di progetto.Anche le APC per i progetti inclusi nel 7 ° PQ potrebbero essere ammissibili nell’ambito del finanziamento attraverso il FP7 post-grant Open Access publishing funds pilot.

Nel caso in cui il tuo istituto di ricerca abbia aderito ad un contratto trasformativo Read&Publish con un editore commerciale, i costi per pubblicare in Open Access nelle sue riviste ibride saranno assorbiti nel contratto e quindi a carico del tuo ente di riferimento.

 

Gli autori UNIVPM hanno delle agevolazioni per pubblicare in Accesso Aperto?

Sì. Grazie alla sottoscrizione da parte del Centro di Ateneo di Documentazione dei contratti trasformativi nazionali con i maggiori editori scientifici, gli autori UNIVPM possono pubblicare gratuitamente in OA nelle loro riviste ibride. I costi di pubblicazione sono sostenuti dal CAD all’interno del contratto di abbonamento delle riviste. L’elenco degli editori presso i quali è possibile pubblicare in OA è pubblicato QUI

 

Cos’è il Pre-Print?

È la bozza dell’articolo che il ricercatore invia alla rivista per la submission e non contiene i commenti dei revisori (nel Bando per la VQR è indicato come submitted print)

 

Cos’è il Post-Print?

È la versione finale, revisionata dell’articolo: contiene i commenti dei revisori ma non ha la veste grafica editoriale (nel Bando per la VQR è indicato come authors’accepted manuscript).

 

Cos’è il pdf editoriale?

È la versione finale pubblicata, con veste grafica ed editoriale (nel Bando per la VQR è indicato come version of record)

 

Cos’è l’embargo?

È un periodo di tempo imposto dall’editore, in cui l’articolo, pur depositato in un archivio ad accesso aperto, non risulta visibile. Si calcola dall’uscita del fascicolo online (non dal deposito) e si applica alla versione consentita, non al pdf editoriale. Generalmente il repository sblocca il file alla data di fine embargo impostata.

 

Cosa si intende per dati FAIR?
I dati per poter rispondere alle aspettative della Commissione Europea e alle politiche sull’Open Science in generale devono essere:

  • Findable: descritti e rintracciabili utilizzando set di metadati standard (ad esempio Dublin Core) riconosciuti dalle diverse comunità disciplinari. Devono inoltre adottare identificativi univoci (ad esempio il DOI);
  • Accessible: sempre e comunque accessibili a chi ne faccia motivata richiesta e aperti tutte le volte che ciò sia possibile. “Accessibile” non significa “Aperto”: i dati FAIR possono essere chiusi per motivi diversi come ad esempio ragioni di sicurezza o di privacy;
  • Interoperable: devono poter essere letti e rielaborati da sistemi conformi ai principi FAIR;
  • Reusable: corredati da una licenza che spiega quali sono gli utilizzi permessi e da tutta la documentazione necessaria per il loro riutilizzo (metodologia, strumenti utilizzati ecc.)

 

Come posso rendere aperti i miei dati di ricerca?

Per rendere aperti i tuoi dati di ricerca, puoi depositarli in archivi dedicati. Alcuni repository, come Zenodo, accettano sia pubblicazioni che set di dati.

I repository di dati ti consentono di fornire collegamenti persistenti ai tuoi set di dati, in modo che possano essere citati, collegati e tracciati. Proprio come altre pubblicazioni, puoi concedere in licenza i tuoi dati per definire il livello di riutilizzo consentito.

Le licenze consigliate da OpenAIRE sono la Creative Commons CC0 Waiver o CC BY per l'accesso aperto ai dati, in quanto consentono la massima riusabilità e interoperabilità.

 

Cos’è ORCID e come si ottiene?

L’ORCID ID è un identificativo univoco e aperto (non proprietario) che consente di individuare ogni ricercatore in maniera univoca in modo da permettere un efficace collegamento tra le banche dati che ne catalogano la produzione e l’attività scientifica. L’ORCID ID permette di risolvere i problemi di ambiguità e omonimia, di gestire tutte le affiliazioni associate al proprio nome, nonché quelle relative alla propria carriera professionale (inclusi progetti e finanziamenti). Inoltre, grazie all'integrazione con Web of Science e Scopus, il ricercatore può popolare facilmente il proprio profilo autore con tutte le pubblicazioni indicizzate nei due database.
L’identificativo si può ottenere gratuitamente con una semplice procedura di registrazione sul sito www.orcid.org che non richiede certificazioni ufficiali dell’appartenenza istituzionale e del ruolo.

 

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